Intervista a Mauro Rufini – Presidente e ideatore della Retina d’Oro
Di seguito l’intervista rilasciata da Mauro Rufini alla redazione della newsletter dell’Ufficio Sport della Conferenza Episcopale Italiana
Abbiamo intervistato Mauro Rufini Presidente del premio internazionale “Retina d’Oro” che quest’anno ha compiuto 20 anni di vita. Un traguardo ed una ricorrenza che doveva essere celebrata con una serie di importanti eventi, tra cui una Special Edition, ma rinviata a tempi migliori a causa dell’emergenza sanitaria. Raccogliamo in questa intervista una bella storia di basket e una grande passione verso lo sport della palla a spicchi.
Mauro Rufini, 64 anni, una vita lavorativa trascorsa per più di quattro decenni nel settore della finanza con importanti incarichi sindacali e professionali, ma anche un passato, di ex giocatore e allenatore di pallacanestro. E un amore sconfinato per il basket che lo ha spinto a ideare nel 2000 un evento unico nel suo genere: il premio “Retina d’Oro” un appuntamento prestigioso che ha varcato i confini nazionali per raggiungere prima l’Europa, poi l’America e l’NBA. Un premio divenuto un riconosciuto marchio di qualità ed eccellenza del basket italiano e non solo. Come ha sottolineato il leggendario Dino Meneghin … la Retina d’Oro è una tradizione diventata storia del basket nel giro di pochi anni. Roma, Milano, Toronto, Mosca, Madrid, Barcellona Istanbul sono state alcune delle tappe che il Premio ha toccato in questi anni.
Mauro, cos’è il basket per te e perché questo premio ?
E’ soprattutto una passione senza limiti di tempo e di spazio per una disciplina sportiva giocata in ogni angolo del globo. Quando ho ideato la Retina d’Oro non avrei mai pensato a questi risultati. Con la Retina d’Oro siamo andati oltre l’aspetto puramente agonistico, ci siamo interrogati sulla sfida educativa dello sport, per far emergere i valori positivi dell’ attività sportiva. Riconoscimenti alla tecnica, ai risultati sportivi ma anche e soprattutto ai valori etici e alle qualità umane e morali dei premiati. In questi anni poi, come parte integrante della nostra “mission” abbiamo sentito forte l’esigenza di generare attenzione su temi sociali, aiutare e realizzare progetti di utilità sociale come le straordinarie esperienze del basket in carrozzina, o come il progetto Il Filo dal Canestro – Basket, Autismo e Disabilità – con l’obiettivo di poter offrire alle persone con autismo la possibilità di vivere nel gruppo dei coetanei un’esperienza di sport attraverso il basket. Tutti progetti per uno sport veicolo d’inclusione sociale e di abbattimento di tutte le barriere.
Chi sono alcuni dei premiati ?
Nell’Albo d’Oro del Premio sono entrati grandi personaggi delle istituzioni e dello sport …campioni dello sport e campioni nella vita: il presidente Usa Obama, Mario Draghi, che ha un passato giovanile da cestista, Giovanni Malagò, presidente del Coni, Luca Pancalli del Cip, Walter Veltroni, Gianni Rivera, Valerio Bianchini, Dan Peterson, Dino Meneghin, Dejan Bodiroga, Ettore Messina, Sergio Scariolo, Marco Belinelli, Danilo Gallinari ma anche fondazioni, associazioni, istituzioni, e il vostro Ufficio della Cei che nel 2011 ha ricevuto il premio per il prezioso contributo che la Chiesa Italiana da al mondo dello sport.
Quali sono i valori del premio ?
I valori che animano il nostro premio sono in grande sintonia con il Magistero della Chiesa. Il documento “Dare il meglio di se” e le parole di papa Francesco sul valore dello sport ben evidenziano il valore assoluto dello sport come strumento educativo, di incontro, formazione, missione. Vogliamo far emergere, diffondere e sostenere esperienze in tale direzione premiando chi con l’attività e l’impegno ha indicato e messo in risalto la valenza e la proposta educativa della pratica sportiva. Un premio che idealmente consegniamo anche a Papa Francesco grati per la Sua alta missione e testimonianza.
Per il futuro cosa prevedete? Un messaggio per il basket e lo sport in questo particolare momento… e un sogno nel cassetto ?
Mi permetto di prendere a prestito il vostro progetto di cultura e pastorale dello sport Sport 4 Joy per dire Basket 4 Joy …La pallacanestro per noi il gioco con la G maiuscola, è gioia, gioia di giocare, di farlo insieme con tanti ragazzi e adulti che sono stati catturati da questo splendido sport di squadra.
Quello che stiamo vivendo è un delicato e difficile per tutti, inutile negarlo. Difficile per i ragazzi che sono costretti a stare lontani dalla pallacanestro e da uno sport che dà molto alle loro vite dal punto di vista umano. Difficile altresì per chi ne ha fatto un mestiere oltre la passione. Il basket e lo sport non sono finiti e non finiscono. Questa situazione esige un cambio di prospettiva, dovremmo imparare a vedere lo sport sotto una luce diversa, e utilizzare ogni singola occasione per migliorare ed intraprendere un percorso di crescita come atleti, allenatori, dirigenti … come persone perché lo sport migliora le nostre vite.
E terminata questa difficile fase …ci faremo trovare pronti!
Tra i sogni nel cassetto ce n’è uno in particolare: vorremmo portare stabilmente la Retina d’Oro in America! Il basket e’ in ogni parte del mondo ma quando pensi alla pallacanestro il Paese che ti vien subito in mente e’ l’America dove c’e’ l’NBA e il basket rispecchia l’anima delle città, di chi le abita e le vive, dove un ex presidente come Obama non ha mai smesso di amare – come noi – questo sport al punto di aver messo un campo di basket alla Casa Bianca.
a cura di Alessandra Valente
27 Novembre 2020